martedì 25 marzo 2014

McQueen’s McDoll McAd

Fashion advertising recognizes the power of dolls - even that fetish, the woodoo, the suggestive, the mischievous, the evocative, the archaic power of dolls. It is the case with Steven Klein’s shooting for Alexander McQueen s/s 2014 campaign, with a OOAK doll perfectly doubling and almost obfuscating Kate Moss’ unmistakable features. Will McQueen’s McDoll in a (memorable) McAd open a thread of similarly conceived images? 
La pubblicità di moda riconosce il potere delle bambole – anche quel potere bambolare fetish, woodoo, sessualmente allusivo, pestifero, evocativo, arcaico. È esattamente il caso degli scatti per la campagna P/E 2014 di Steven Klein per Alexander McQueen, con una bambola OOAK che duplica alla perfezione, e quasi oscura, i pur inconfondibili connotati di Kate Moss. Non è che la (memorabile) McCampagna con la McDoll di McQueen andrà ad aprire un nuovo filone di immagini concepite a qsta maniera? 

domenica 23 marzo 2014

Dolls attending events: #snellobb04


A series of 4 cooking competitions under the Snello Blind Box label involved me as a professional in the last months. But never could I leave home without a doll. The contestants, my business partners and colleagues, the official photographer, many of the attendants were waiting for a doll at the entrance: Momoko (without knowing WTF doll she was, sincerely) or my everstarring Theo-doll as important guests (or party animals?) 



 
Una serie di 4 gare di cucinacontraddistinte dal nome Snello Blind Box mi ha coinvolto per lavoro negli ultimi mesi. Ma nemmeno una volta ho potuto lasciare casa senza una bambola. Concorrenti, soci e colleghi, fotografo ufficiale, molti dei partecipanti si aspettavano una bambola all'ingresso: Momoko (senza sapere che bambola fosse, devo essere sincera) o il mio sempre-protagonista Theo-doll nelle vesti di ospiti di riguardo (o di animali da party?)

 

ph Sergione Infuso

sabato 22 marzo 2014

Gaialight & Mila - symbiotic with a mannequin




On this blog I've already shared my reflections on some particular cohabitions of  people and dolls - it was about erotic dolls or so (just search within the blog with the keyword real doll, sex doll or dummy). Gaialight and Mila's is a different case. While the first is a visual artist sensitive to the infinite reproducibility of experiences, the latter is a sort of giant doll - actually, she's a beautiful, vintage life size fashion dummy - travelling the world together. Mila becomes a kinda second observer by Gaia's side, and mirrors transformations. Please read the artist's statement below:

THE MILA PROJECT

Mila is a life-size mannequin found and purchased on the Internet, almost two years ago. She has been living with me ever since, offering the opportunity to portray her on a daily basis, building a relationship with her light-driven moods and the always-mesmerizing expressivity of her inanimate-ness. The focus of this ongoing, serial documentary project is to symbolically and symbiotically catch glimpses of Humanity itself, yet furtive glimpses through the dialogue of our reciprocal regard – or, to detect in the inanimate the animate, and to find presence beyond mere appearance. As mirror, and as simulation, Mila’s darker moods (as those of mannequins in store windows all over the world) reflect our own sometimes catatonic condition. Her more festive moments, in turn, are peculiar characterizations of other times and other places, an elsewhere effected primarily through her playful (girlish) choice of hairstyle, makeup, and attire, while her return gaze is utterly beyond reproach and somehow mocks all attempts to document and/or fathom these moods.



Su qsto blog ho già condiviso mie riflessioni su alcune particolari coabitazioni di persone e bambole – si trattava di bambole erotiche o giù di lì (basta cercare all’interno del blog con le parole-chiave “real doll”, “sex doll” o anche “dummy”). Ma qllo di Gaialight and Mila è un caso diverso. Mentre la prima è un’artista visuale sensibile all’infinita riproducibilità delle esperienze, l’altra è una specie di bambolona gigante – un bellissimo manichino vintage da vetrina a grandezza naturale – e girano il mondo insieme. Mila diviene una specie di osservatore in seconda al fianco di Gaia, e rispecchia trasformazioni. Ma leggete la dichiarazione dell’artista qui sotto (NB: mia traduzione) 

THE MILA PROJECT/IL PROGETTO MILA

Mila è un manichino a grandezza naturale trovato e acquistato su  Internet circa due anni fa. Da allora vive con me, dandomi modo di ritrarla ogni giorno, costruendo un rapporto con i suoi umori dettati dalla luce e l’espressività sempre ipnotizzante del suo essere inanimata. Il focus di qsto progetto documentario continuativo e seriale è catturare, simbolicamente e simbioticamente, sguardi dell’Umanità stessa, e ancora sguardi furtivi tramite il dialogo del nostro reciproco guardarci – o scoprire l’animato nell’inanimato e trovare presenza oltre l’apparenza. In quanto specchio, e come simulazione, i momenti più cupi di Mila (come qlli dei manichini nelle vetrine di tutto il mondo)  riflettono la nostra a volte catatonica condizione. A loro volta invece, i momenti più festosi sono caratterizzazioni peculiari di altri tempi e di altri luoghi, un altrove primariamente realizzato per effetto delle sue giocose (infantili) scelte di acconciatura, trucco e abbigliamento, mentre lo sguardo che lei restituisce è totalmente al di là del rimprovero e in qualche modo mima tutti i tentativi di documentare e/o afferrare questi stati d’animo.


giovedì 13 marzo 2014

Carved Curves




Beyond paper dolls, beside Cardboard Ladies. Taking inspiration from Christian Tagliavini's Dame di Cartone, the blogger(s) named Sabine & Pierre-Paul Manosque 1) crafted doll-sized finely printed cardboard dresses, 2) created backgrounds to match and 3) made a beatiful shooting of these vinyl girls in bidimensional outfits. Please enjoy the full story, here. But what I really love, is how influencing and impactful a creative idea can reveal, how generous, alive and unpredictable the development of its interpretations. Knowing him, I wonder whether Christian, when he invented his series with models clad in papercut paradigmatic costumes, already wanted to create a visual statement. However, the Manosques just didn't imitate him, but translated the mood and the method in a different scale - a dollcultural one, this time - and challenged the deceptive passage from 2 to 3 dimensions as well.







Oltre le bambole di carta, accanto alle Dame di cartone. Ispirandosi appunto alle Dame di Cartone di Christian Tagliavini, i blogger chiamati Sabine & Pierre-Paul Manosque hanno 1) confezionato abiti da bambola in cartone finemente stampato 2) creato sfondi coordinati e 3) realizzato un magnifico shooting qste ragazze di vinile bidimensionalmente vestite. Godetevi l'intero servizio, qui. Ma ciò che veramente amo è quanto influente e d'impatto possa rivelarsi un'idea creativa, quanto generoso, vivo e imprevedible lo sviluppo delle sue interpretazioni. Conoscendolo, mi chiedo se Christian, quando ha inventato la sua serie con modelle abbigliate in costumi paradigmatici ritagliati, già volesse creare un punto di riferimento visuale. I Manosque cmq non l'hanno imitato, ma hanno tradotto il mood e il metodo in una differente scala - dollculturale, stavolta - e hanno così sfidato anche loro l'ingannevole passaggio tra le 2 e le 3 dimensioni.
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