mercoledì 29 dicembre 2010

Microsculptures. Microscaled.


… the dolls of the dolls of the dolls of the dolls. At least 4 scale-steps. These works are Willard Wigan’s microsculptures, spotted in a serendipitous moment. Paradox-dolls, characters, resized celebrities (what a lesson to them!) or fantasy creatures (not my genre, but they hunt me) in the eye of a needle, on a diamond, on a pin head, on a razor edge, on a eyelash. You can even get a dolls house for microbic inhabitants. Or you can also get camels in the biblical eye of a needle if you just need to be a little bit polemical.


Le bambole delle bambole delle bambole delle bambole. Almeno 4 livelli di scala. Qste opere sono le microsculture di Willard Wigan, scoperte in un momento di serendipità. Bamboline paradossali, personaggi o celebrità ridimensionate (che lezione per loro!) o creature fantasy (non il mio genere, ma mi perseguitano) nella cruna di un ago, su un diamante, sulla capocchia di uno spillo, sul filo di un rasoio, su una ciglia. C’è anche una dolls house per bambole-microbi. O si può anche avere cammelli nella biblica cruna di un ago se giusto avete voglia di essere un po’ polemici.

martedì 28 dicembre 2010

Dolls and shells


It was 2 yrs ago, and I missed it. Oh, rien de grave. Vogue’s Russian edition celebrated its 10th anniversary in a dollcultural manner: with an auction of 50 OOAK signature matrioshka dolls. So, I’ll leave to you discovering who signed what and who won what. I just underline how often and how closely fashion system and fashion dolls work together to create excitement, to invent new icons, to reflect and reveal what we are (under our own exterior matrioshka shells?) and where we go.


Era 2 anni fa e me lo sono persa. Oh, rien de grave. L’edizione russa di Vogue ha celebrato il suo 10° compleanno in modo dollculturale: con un’asta di 50 matrioske OOAK griffate. Lascio a voi scoprire chi ha firmato cosa e chi ha vinto quale. Mi va solo di sottolineare quanto spesso e quanto vicini fashion system e fashion dolls lavorino insieme per creare emozioni, inventare nuove icone, riflettere e rivelare chi siamo (sotto i ns personali gusci di matrioska?) e dove andiamo.

Thx moviematica

domenica 26 dicembre 2010

Gay (Parisiennes) greetings


It takes taste and time and various attempts before a nice idea becomes an interesting photo. Gathering 6 “Gay Parisienne” repro Barbies dressed in the original polka-dotted deep blue, plus lilac and red (homemade variations?); shooting them barefoot (the dolls) and freezing in a snowy outdoor scene; finding those blue reflections in the image is a lot of fun, and a good specimen of the “dollgreeting card genre”!
*
Ci vuole gusto, e vi vogliono tempo e vari tentativi prima che un’idea carina diventi una foto interessante. Riunire 6 Barbie repro “Gay Parisienne” nell’originale abitino blu a pois, più rosso e lilla (varianti fatte in casa?); fotografarle a piedi nudi (le bambole) e al gelo in un esterno innevato; trovare quei riflessi blu nell’immagine… è un bel divertimento e un bell’esempio del genere letterario “biglietti d’auguri dollculturali”!

Ph Rosedevenise on flickr

mercoledì 22 dicembre 2010

Playing with Greetings




I'll add here in these days the most dollcultural greeting cards I'm receiving. Some of them are intentionally doll-and-toys-related as from doll collectors, some others unintentionally pertinent, and it's surprising. As it's the case of the white Xmas tree-dollhouse from and by Molteni & Motta.


Aggiungerò qui in qsti gg gli auguri più dollculturali che ricevo. Alcuni sono intenzionalmente collegati a bambole e giochi, provenendo da doll collectors; altri sono pertinenti senza averne l'intenzione, ed è sorprendente. Com'è il caso dell'albero di Natale bianco a casa di bambole da e di Molteni & Motta.

THX Marc*, Charlye e Teddy, Molteni & Motta
and an additional thanks to Huckleberry Jackson

martedì 21 dicembre 2010

Dolls or I-DOLLS?

I-DOLLS, I'd say. And it's not a "just because" answer. It's because my column on fashionblabla, started 2 months ago bears exactly that naming: I-DOLLS features something between dolls and idols - with a touch of irony. Will you click on "the beat of the web"?



I-DOLLS, direi. E la risposta non è "perché sì". E' piuttosto perché si chiama proprio così, da un paio di mesi, la mia rubrica su fashionblabla: una via di mezzo tra bambole e idoli - con un tocco ironico. Cliccherete sul "battito della rete"?

sabato 18 dicembre 2010

Persona et Cerebrum


Persona, impersonal, or person? In front of contemporary Chinese artist Chen Ke’s self-portrait, wearing a mask - would seem a doll mask - I found myself intrigued. Why? Because I get captured by her ambiguous fleeting among a) the maximum of characterization, i.e. being a “persona” (Latin word meaning also “mask”!), b) trying to appear totally impersonal and disguised and to some extent as serial as a doll, or c) at last simply being a person, i.e. an individual with a little life and a little time and a little space at all, and a “cerebrum” - in other words, a brain.
*
Personaggio, impersonale, o persona? Davanti all’autoritratto dell’artista cinese contemporanea Chen Ke, con addosso una maschera – sembrerebbe una maschera da bambola – mi sono trovata intrigata. Il motivo è il suo ambiguo fluttuare tra a) il massimo di caratterizzazione, cioè essere un personaggio (NB però che in latino “persona” significa anche “maschera”!) e b) tentare di apparire totalmente impersonale e mascherata e al limite seriale come può esserlo una bambola, oppure c) essere una persona e basta, cioè un individuo con una sua piccola vita, un suo piccolo tempo, un suo spazietto e un suo “cerebrum” – in altre parole, un cervello.

à propos! (Phaedrus, fables * Fedro, Favole):

Personam tragicam forte vulpes viderat;
quam postquam huc illuc semel atque iterum verterat,
'O quanta species' inquit 'cerebrum non habet.'
Hoc illis dictum est quibus honorem et gloriam
Fortuna tribuit, sensum communem abstulit.

The Fox and the Tragic Mask (trans. C. Smart)
A Fox beheld a Mask- "0 rare
The headpiece, if but brains were there !"
This holds-whene'er the Fates dispense
Pomp, pow'r, and everything but sense.

Una volpe aveva per caso visto una maschera tragica;
ma dopo averla girata e rigirata di qua e di là,
“oh che bella – disse – ma non ha un cervello”.
Qsto è detto per coloro ai quali la sorte ha dato
onore e gloria, ma non ha dato il senso comune.

giovedì 16 dicembre 2010

Shall we doll-dance?


A doll is never tired. Same thing, a robot. Combining the Asian paradigm of a dollyish, smooth beauty and a number of robotic performances on steel legs, Japan's Advanced Industrial Science and Technology created a beautiful dolliful robotiful robotdolldancer prototype named HRP-4C. Just don’t call her “Dancing Doll” if you don’t want to offend Barbie’s vintage outfit bearing the same name. Ages ago, it came with a mini record-player and fake vinyl records.


Una bambola non è mai stanca. Idem un robot. Combinando il paradigma asiatico di una bellezza bambolare e levigata con un buon numero di robotiche performance su gambe d’acciaio, la giapponese Japan's Advanced Industrial Science and Technology ha creato un bellissimo dollissimo robotissimo prototipo bambol-danzante chiamato HRP-4C. Basta non chiamarlo “Dancing Doll” per non offendere l’omonimo vestito vintage di Barbie, venduto col suo mini-giradischi e finti dischi di vinile.


Ph: Yoshikazu Tsuno/AFP/Getty Images

domenica 12 dicembre 2010

3D paper dolls…


… or something alike. “The Angel” by Richard Sweeney is actually one of the 8 site-specific “White Christmas” installations at la Rinascente, Milan. Nor a doll, neither a paper doll. Maybe rather a paper 3D doll-figure. I’m not into angels as icons or obsession and a fortiori I’m not into angel-dolls. But I’m impressed by the enchantment of this work: lightness and purity, elegance and symbolic meaning… all in a poor material.
*
… o qlcosa di simile. “The Angel” di Richard Sweeney è in realtà una delle 8 installazioni appositamente concepite per l’evento “White Christmas” alla Rinascente di Milano. Non una bambola, né una paper doll. Forse, piuttosto, una bambola-figura di carta in tre dimensioni. Io non sono tanto per gli angeli come icona o ossessione e a maggior ragione non sono per le bambole-angelo. Ma sono impressionata dall’incanto di qsto lavoro: leggerezza e purezza, eleganza e significato simbolico… e tutto in un materiale povero.

giovedì 9 dicembre 2010

Sitting bodies


Found the doll-scaled connection between Panton chair anf Him/Her revisitation by Fabio Novembre. It’s Catia Destro’s entry in the recent contest by Doll Collectors’ Club Italia, METAMORFOSI. From closer: where the original Panton is an essential, flat, curved, curvy and self-standing band and Novembre’s interpretation is all about grafting onto it the flawless and erotic mould of the archetypal male/female perfect bodies, Catia takes a headless, painted, sitting Barbie body and transforms it into a chair. To summarize: nude chair, body-insertion or pure body are three ways of sitting. To satiate the doll collector who already can have a design chair for his dolls thanks to Vitra Design Museum or Catia Destro’s articraft, still I only have to investigate if a possible 1:6 Him/Her prototype has ever been made.




Trovata la connection tra la Panton chair e la versione rivisitata della stessa, ovvero Him/Her di Fabio Novembre: è l‘opera di Catia Destro per il recente contest METAMORFOSI di Doll Collectors’ Club Italia. Più da vicino: laddove la Panton originale è come un’essenziale banda – piatta, curvata, sagomata e autoreggente e mentre l’interpretazione di Novembre è incentrata sull’innesto in essa del calco impeccabile ed erotico dei corpi perfetti maschile/femminile, Catia prende invece un corpo di Barbie acefalo, dipinto e seduto e ne fa una sedia. Riassumendo: una nuda sedia, un’inserzione di corpi, un puro corpo sono tre possibilità di seduta. Per gratificare del tutto il doll collector, che già può avere una sedia di design per la sua Barbie tramite Vitra Design Museum o il manufatto di Catia Destro, rimane solo da investigare se un possibile prototipo in scala 1:6 della Him/Her sia mai stato fatto.

domenica 5 dicembre 2010

The pulpy Bambola


Bambola is a doll - a made in Korea doll with an Italian name, yes the common name meaning “doll”. So a bit a redundant concept, but really a fascinating Barbie-sized doll showing a generous curvy shapely body, with unusual pulpy legs, tiny and very arched feet (this may sound somehow fetishist), a retro, coquettish look and a probably versatile personality. Bambola has a peculiar positioning, far away from too trendy too skinny too fashionista dolls. To kindly defuse such a statuary thing, I'm therefore adding a lab pic from the manufacturer’s flickr.


Bambola è una bambola – made in Korea ma con un nome italiano, sì un nome comune trattato come nome proprio. Così sì, il concetto è un po’ ridondante, ma lei è una fascinosa bambolina di taglia Barbie con un corpo generoso curvaceo e tornito, con insolite gambe polposette, e piedini piccolissimi e molto arcuati (il che suona magari un po’ feticista), un look rétro e un po’ cocotte, una personalità a quanto pare versatile. Bambola si posiziona molto lontano dalle bambole troppo trendy troppo secche troppo fashioniste. Perciò per dissacrare benevolmente una tale cosa statuaria, metto qui una foto di laboratorio dal flickr di chi la fabbrica.

sabato 4 dicembre 2010

Bambombrella

This is one of “the making of” pictures, all the other relevant pics are found here. However 1) I wanted the name “Bambombrella” to be indexed, even if it’s an invented name combining Bambola (i.e. doll) + umbrella, be it google or whatever search engine that will crawl these pages. And 2) I wanted to recognize the importance of photo-documenting the creative process; and 3) it’s a way of congratulating with Vito, a collector friend who won the Mauro Agnolini memorial prize, awarded to him last Sunday in Calenzano exactly for his “Bambombrella” entry at the 2010 DCCI contest called METAMORFOSI. Bravo.


Questa è una delle immagini dei “lavori in corso”, tutte le altre si trovano qui. Tuttavia 1) volevo che il nome “Bambombrella” venisse indicizzato, anche se è un nome inventato, da google o da quale che sia il motore di ricerca che analizzerà qste pagine. E poi 2) volevo riconoscere l’importanza del documentare con foto il processo creativo; e 3) è un modo per congratularmi con Vito, amico collector, perché ha vinto il premio alla memoria di Mauro Agnolini, che gli è stato attribuito domenica scorsa a Calenzano proprio per la sua opera “Bambombrella” al contest DCCI 2010 intitolato METAMORFOSI. Bravo.

giovedì 2 dicembre 2010

Paper parenthesis


And now, a bidimensional moment. Found these illustrated paper dolls (I underline illustrated and not simply drawn) in a quite naïf, onirical style - a style more appealing to adults than to children, this is at least what I feel, due to something Blythish (I don't mean a real resemblance, but the mood) and serious and knowing in these little dolls’ eyes. The author has also published a paper doll primer which could well be worth ordering.


Ed ora, un momento bidimensionale. Trovate qste bambole di carta illustrate (ribadisco illustrate, non semplicemente disegnata) in uno stile alquanto naïf, onirico – uno stile più attraente per gli adulti che per i bambini, almeno qsta è la mia sensazione, a causa di quell qualcosa di blythico (e non intendo una reale somiglianza, ma il mood) e serio e consapevole negli occhi di qste bamboline. L’autrice ha anche publicato un ABC delle bambole di carta che potrebbe valer la pena di ordinare.

Thx Azzurra!

mercoledì 1 dicembre 2010

Bid big! Dolls4children



This year again, Doll Collectors’ Club Italia is raising funds for Telefono Azzurro, a non profit organization fighting against child abuse. Dolls4children is a yearly charity operation. Supported by eBay Italia and fueled by these wonderful donations from Angelic Dreamz, meandmydolls aka Mauro Marchetti and Superfrock, we put up for auction 4 valuable dolls, here in the pics by Pamela De Lorenzi and Sara Talamini. Bid big!


Anche qst’anno Doll Collectors’ Club Italia raccoglie fondi a favore di Telefono Azzurro, onlus che combatte contro gli abusi sui bambini. Dolls4children è un’operazione di beneficenza che organizziamo ogni anno. Col supporto di eBay Italia e foraggiati da qste donazioni stupende di Angelic Dreamz, meandmydolls aka Mauro Marchetti e Superfrock, abbiamo messo all’asta 4 bambole di valore, qui nelle foto scattate da Pamela De Lorenzi e Sara Talamini. “Biddate” alla grande!

Links:
Sybarite fashion doll

OOAK #1 in Pink Evening Splendor

JAMIEshow Paris male doll

JAMIEshow Mayumi dressed fashion doll + one outfit

lunedì 29 novembre 2010

Bly-Tea (METAMORFOSI contest)


TOO COOL! pls find in the link below dozens of pics from METAMORFOSI, yesterday's dollcultural event in Calenzano created by Doll Collectors' Club Italia and crowded with a lot of creative, curious collector friends!The pic you see is an example of the contest concept: transforming a doll into an object and/or viceversa, i.e. here a Blythe head as Charlye & Teddy's tea-cup.
*
PREGO, PREGO: nel link qui sotto un sacco di foto da METAMORFOSI, evento dollculturale di ieri a Calenzano (FI), created by Doll Collectors' Club Italia e pieno di amici collezionisti creativi e curiosi! L'immagine fa da esempio di ciò che chiedeva il contest: trasformare una bambola in oggetto e/o viceversa - qui una testa di Blythe come tazza da té, di Charlye & Teddy.

reportage by topocri

giovedì 25 novembre 2010

Doll News #58 cover preview!


Here it is! Featuring a close-up of Neige, a stunning OOAK doll by... you'll know just reading! All DCCI members will get Doll News #58 next Sunday in Calenzano, during the DCCI National Convention and the event METAMORFOSI. Other club members will receive it in their mailbox at home. Everybody will download it for free in a few days, too. Stay tuned!
*
Eccola. Con un primo piano di Neige, speciale OOAK di... lo scoprirete solo leggendo! Tutti i soci DCCI avranno la loro Doll News #58 domenica prox a Calenzano, duranta la DCCI National Convention e l'evento METAMORFOSI. Gli altri soci la riceveranno a casa. Cmq tutti potrete scaricare gratis la News tra pochi giorni. Rimaniamo in contatto!

mercoledì 24 novembre 2010

Say NINGYŌ, you’ll evoke dolls


Evocative, impressive, introspective. NINGYŌ is the first act of a thematic exhibition in Turin, and it’s all about traditional Japanese dolls. This is the occasion for you to be face-to-face with those imperturbable, fine dolls – something among toy, statuette, porte-bonheur, souvenir, idol, inheritance. They preceed all current Asian cult BJDs and fashion dolls like Momoko; such contemporary dolls, so much sought after by collectors, owe to these originals their feeling of mystery and kindness, their formal perfection as well.

NINGYŌ – Bambole dal Giappone (i.e. “Dolls from Japan) features unique dolls. You’ll meet - and learn about - NŌ NINGYŌ recalling theatre actors; KOKESHI simple wooden cylindrical gift-dolls; KIMEKOMI, dressed and painted often holding tiny toys; HAKATA - dolls or statuettes?; GOSHŌ, merry and rounded, and ISHŌ, ultradetailed, hieratic and fashionable costume dolls; HINA NINGYŌ, the ritual dolls protagonists of HINA MATSURI – girls’ DAY.

3 suggestions for the visitor: 1) pls view the video showing the making of a doll. You’ll understand the essence of a NINGYŌ (“NING” = man and “GYŌ” = “shape” in Japanese). I was astonished when seeing how eyes are carved our from the doll’s blank face.
2) Once you have toured the exhibition, tour it again to capture more beauty in more detail, including the beauty of the noble palace Barolo of the very Turin, hosting the exhibition
3) Browse and buy the catalog. It’s a wonderful edition by cultural association Yoshin Ryu, inventor and designer of this event: you’ll enjoy fantastic pics and an enriching, deep, bilingual ITA/ENG text.

*
Evocativa, impressionante, introspettiva. NINGYŌ è il primo atto di una mostra tematica a Torino, tutta dedicata alle bambole giapponesi della tradizione. È l’occasione per trovarsi di fronte ad imperturbabili finissime bambole – oggetti la cui natura comprende giocattolo, statuina, portafortuna, souvenir, idolo, eredità. Queste precedono tutte le attuali asiatiche di culto come le BJD o fashion dolls tipo Momoko; tali bambole contemporanee, così ricercate dai collezionisti, devono a qste bambole originali il loro senso di mistero e di gentilezza, e altresì la loro perfezione formale.

NINGYŌ – Bambole dal Giappone, presenta bambole uniche. Si può dunque vedere da vicino e conoscere le NŌ NINGYŌ, che riprendono gli attori del teatro; le KOKESHI, semplici bambole-dono cilindriche di legno; le KIMEKOMI, vestite e dipinte, spesso con in mano mini giocattoli; le HAKATA – bambole o statuette?; le GOSHO, allegre e tondeggianti e le ISHŌ, ultradettagliate, ieratiche e affascinanti bambole in costume; le HINA NINGYŌ, protagoniste rituali di HINA MATSURI – la Festa delle Bambine.

3 suggerimenti per il visitatore:
1) Guardare il video iniziale che mostra come si fa una bambola, per capire l’essenza di una NINGYŌ (“NING” = “uomo” e “GYŌ” = “forma” in giapponese). Io sono rimasta basita vedendo intagliare gli occhi dalla faccia bianca.
2) Una volta fatto il giro della mostra, rifarlo – per catturare più bellezza in maggiore dettaglio, compresa qlla del nobile palazzo Barolo dell’autentica Torino, sede della mostra
3) Sfogliare e comprare il catalogo. È un’edizione stupenda curata da Yoshin Ryu, realtà culturale che ha progettato l’evento: fantastiche immagini e testi colti, ricchi e bilingui in italiano e in inglese.


STAY TUNED! Next year’s event will be about mechanical, contemporary and future Japanese dolls * NB! L’evento del prox anno avrà per oggetto le bambole giapponesi meccaniche, contemporanee e del futuro.

domenica 21 novembre 2010

BJ…Degrees of separation


Despite the fact I’m not very much in BJDs (= ball-jointed dolls), I like to share with you this case, drawn to my attention by one of my most propositive blog-readers (thx, Julie!): Rozen Maiden, a manga where protagonists are BJDs and some humans, in a very Japanese plot featuring Jun, an hikikomori boy (= self-segregated person), his sister Nori and their adventures, bringing Jun back to a normal life again. Dolls usually derive from fantasy characters or human celebrities. Here the BJD manga have instead generated themselves as collectible BJDs - lots of. In a “degrees of separation” framework, very close is then the relationship among the doll as a character in the narrative series, the doll as a collectible item in real life, the creators of both, and the collectors’ community who’s probably manga and doll addicted.
*
Anche se non mi occupo molto di BJD (ball-jointed dolls, le bambole articolate con giunti sferici), vorrei condividere con voi qsto caso, segnalatomi da una delle più propositive lettrici del presente blog (grazie, Julie!): Rozen Maiden, un manga che ha per protagoniste delle bambole BJD e alcuni umani, in una trama molto jap che vede Jun, un ragazzo hikikomori (auto-segregato in casa), sua sorella Nori e le loro avventure, che riporteranno Jun ad una vita normale. Di solito le bambole derivano da personaggi di fantasia o da celebrità in carne ed ossa. Qui invece le bambole BJD del manga hanno generato se stesse come bambole da collezione – tante, di tanti tipi. Volendo dunque parlare di “gradi di separazione”, molto stretta è la relazione che intercorre tra la bambola come personaggio della serie narrativa, la bambola come oggetto da collezione nella vita reale, i creatori di entrambe, e la community dei collezionisti probabilmente fanatici sia di manga che di bambole.

sabato 20 novembre 2010

The ma(r)k(et)ing of the artist


“He’s (kinda) doll” would I say when observing this promo pic from nickis portfolio, maybe contrasting the famous “He’s a doll” claim on Ken doll’s original box. Nickis is an emerging singer, also much in the OOAK dolls’ world. So here he is, into and with dolls and music and related aesthetic codes. In this making of his persona, I guess he wants to be sthg one-of-a-kind.
*
“È tipo un bambolo” vien da dire osservando qsta immagine promozionale dal portfolio di nickis, e viene in mente per contrasto il famoso “He’s a doll” (= “è una bambola”) sulla scatola originale di Ken. Nickis è un cantante emergente molto versato anche nel mondo delle bambole OOAK. Così eccolo immerso e in compagnia delle bambole e della musica, coi relativi codici estetici. In qsta costruzione del suo personaggio vuol essere, diciamo, qlcuno di unico-nel-suo-genere.

venerdì 19 novembre 2010

Perfect parodies


Beyond being a visual artist, a top-OOAKer and a MOD specialist, Mauro Marchetti aka meandmydolls has an unmistakable spirit in subverting and swapping doll scales, personas and outfits. It takes an uncommon culture, plus irony and humour to do so. The result is unique. Please enjoy this Tutti doll with her small alien friend, perfectly parodying the vintage astronaut Barbie – and we mean 1965 Miss Astronaut, not this year’s repro (not shown here, it's too much everywhere).

*
Oltre ad essere un visual artist, un OOAKer e uno specialista dell’epoca MOD, Mauro Marchetti alias meandmydolls ha uno spirito inconfondibile nel sovvertire e scambiare le scale delle bambole, i personaggi, i vestiti. Ci vuole una cultura non comune, più ironia e humour per farlo. Il risultato è unico. Godetevi questa Tutti con piccolo amico alieno, perfetta parodia di Barbie astronauta – Miss Astronaut del 1965, non la repro di qst’anno (che è già dappertutto).

martedì 16 novembre 2010

Suitable scales


S, M, L, or better a downscale to XS, S, M? Sizes don’t count here. These wonderful 50/60s-flavoured images by Shillmans on flickr (pls view his album) capture the multidimensional elegance of vintage dolls, regardless if fake or clones or rétro. No one of these is bigger than 1:6 scale, and yet their composed allure and look can teach something to the contemporary real girls: being polite, being assertive.
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S, M, L, o meglio magari scalare a XS, S, M? Non contano le taglie, qui. Qste stupende immagini dall’aria anni 50/60 create da Shillmans su flickr (guardate il suo album) colgono l’eleganza multidimensionale delle bambole vintage, senza badare che siano false o cloni o rétro. Nessuna di esse supera la scala 1:6, eppure il loro portamento e il look composto possono insegnare qlcosa alle ragazze reali contemporanee: essere educate, essere assertive.

Concept, styling, ph: Elwood Gibsons aka Shillmans

thx, Susanna!

domenica 14 novembre 2010

Pop on the pins


“Straight to hell” by Antonio Marciano, exhibiting at limitednoartgallery here in Milan. This is what and where, and the pic here above is an example. Why here on this blog, will be rapidly explained: because the artist creates pop icons with those toy-pins or toy-nails, the colorful ones. And aren’t these tiny pins kinda plastic pixels? And playing with toys designing beauties and bodies, isn’t it also dollculturally pertinent? IMHO, it is.
*
“Straight to hell” di Antonio Marciano, in mostra da limitednoartgallery qui a Milan. Questo riguarda il cosa e il dove, e l’immagine qui sopra esemplifica. Ma perché proprio su qsto blog, lo si spiega rapidamente: perché l’artista crea icone pop con quei chiodini-giocattolo, qlli colorati. E non sono qsti chiodini come una specie di pixel di plastica? E giocare coi giocattoli disegnando bellezze e corpi, non è forse pertinente da un punto di vista dollculturale? Io direi che lo è.

giovedì 11 novembre 2010

Twilight surprise


Gender-bender Edward and Jacob from a private and customized version of the notorious saga by a Mexican collector on flickr. Oh, yes. The territory of doll collecting, and a fortiori (= even more so) its subregion of doll photo-shooting, features and requires a certain amount of humour, irony, and anatomy basics... to cope with pop surprises like this.
*
Edward e Jacob in versione sessualmente ibrida, interpretazione privata della nota saga ad opera di un collezionista messicano su flickr. Eh, sì: il territorio del collezionismo di bambole, e a fortiori (= a maggior ragione) la sua sub-regione del fotografare bambole, presenta e richiede un certo dose di spirito, ironia, nozioni-base di anatomia… per vedersela con sorprese pop come qsta.

ph: Jorge 81 mx

martedì 9 novembre 2010

Floored dolls


Dolls, rags, rugs. This is “Circus”, a limited edition rug by Brazilian design duo Fernando & Humberto Campana. On a green dyed canvas circle, rag dolls form a random 3D-motif. These dolls are hand-made in a Brazilian village in the framework of an ethical project financed by the designers. But you don’t play with these floored dolls, you might feel embraced or lie back among them, instead. Now exhibiting here in Milan at Triennale.


Bambole, stracci, tappeti. Qsto è “Circus”, un tappeto in edizione limitata opera del duo di architetti brasiliani Fernando & Humberto Campana. Su un cerchio di canapa tinto in verde, bambole di pezza formano un motivo casuale a tre dimensioni. Sono bambole fatte a mano in un villaggio brasiliano, nel quadro di un progetto etico finanziato dai designer stessi. Ma non ci si gioca con qste bambole messe al tappeto. Ci si può semmai sentire abbracciati, sdraiarsi in mezzo a loro. Ora in mostra in Triennale qui a Milano.

sabato 6 novembre 2010

A primer?


Teens, adults or children? This poster dating back to 1964 makes a good basis for the debated question of the perceived age of the dolls. How old “is” Skipper? 6, like the candles of one of her famous vintage outfits - or older? As a child then a young girl, my Skipper doll has always been as old as me. Even at 13, and she was still so flat (and I wasn’t). How teen are the Barbie, Midge, Ken and Allan making the borders of this illustration? They really look so childish. Is this childish look more consistent with the initial doll concept on Barbie box “The teenage fashion model”, despite her adult body? Is this poster something to reassure good girls’ parents about the non-sexual nature of the game schemes featuring boys and girls? Or, on the contrary, is it a sort of primer for their future sexual and sentimental relationships?
*
Teenagers, adulti o bambini? Qsto poster datato 1964 costituisce una buona base per la dibattuta questione dell’età percepita delle bambole. Quanti anni “ha” Skipper? 6, come le candeline della torta di un suo famoso vestitino vintage – o qualcuno di più? La mia Skipper, da bambina e poi da ragazza, ha sempre avuto la mia età. Anche a 13 anni, benché ancora così piatta (lei, io no). Quanto adolescenti sono i vari Barbie, Midge, Ken e Allan ai bordi di qsta illustrazione? Sembrano così infantili. Qsto aspetto infantile è forse più coerente con il doll concept iniziale della scatola di Barbie, ovvero “The teenage fashion model”, pur con quel corpo da adulta? E qsto poster è per rassicurare i genitori delle brave bambine circa la natura non sessuale delle situazioni di gioco con ragazze e ragazzi? O è, al contrario, una specie di abecedario per le loro future relazioni sessual-sentimentali?

Thx Ross! From diepuppenstubensammlerin’s flickr.

martedì 2 novembre 2010

Facing your face

Face yr double, become “yr” doll. How? Just order a doll head in yr precise lifelike likeness, and build the doll, or action figure you are. There is someone offering this portrait service to you – interestingly, without being a OOAK creator. A reader of this blog suggested me to check ThatsMyFace, a website specializing in facial reconstruction and facial analysis where you can supply yr photo (or the photo of a dear one) and then see it in 3D; change race, age or gender; be beautified or transformed into a caricature; obtain a doll head, a pendant, an ornamental head or else…

Useful or unuseful, I just love the “likeness” theme in its many facets, e.g. when dolls copy celebrities, when celebrities copy dolls, when we swap identities with dolls, when Mr or Mrs Nobody become a doll… in short, the neverending adventure of being a person or a “persona”.


Affronta il tuo doppio, diventa la “tua” bambola. Come? Ordina una testa di bambola a tua precisa immagine e somiglianza e assembla la bambola, o l’action figure che sei. C’è chi ti offre proprio qsto servizio-ritratti – e ql che è più interessante, lo fa senza essere un creatore di OOAK. Una lettrice di qsto blog mi ha suggerito di dare un’occhiata a ThatsMyFace, un sito specializzato in ricostruzioni e analisi facciali, cui si può fornire la propria foto (o la foto di una persona cara) e quindi vederla in versione 3D; e poi cambiare razza, età, sesso; farsi abbellire o caricaturare; ottenere una testa di bambola, un ciondolo, una testa ornamentale o altro…

Utile o inutile che sia, io amo molto il tema della “somiglianza” nelle sue molteplici sfaccettature, come quando le bambole copiano le celebrità, le celebrità copiano le bambole, o quando giochiamo allo scambio d’identità con le bambole o il Sig. o la Sig.ra Nessuno diventano una bambola… insomma, l’interminabile avventura di essere una persona qualunque o un personaggio.

Thx Mary S.!

PS the image is just an image, not a link. * l'immagine è solo un'immagine, non un link

domenica 31 ottobre 2010

Feet-ish!


… this is the striking title popped out in my mind when I saw this marvellous photo by collector friend Pamela aka Pamdelo, after asking her a shooting to promote the last silver charms left from “P” collection. P stands for Pietro, a friend who passed away in 2006. He was a goldsmith and a doll collector and personally crafted these pieces in 750 silver, paying homage to vintage Barbies tiny accessories.

To him it has been a divertissement, so he made Barbie’s open toe shoe, Barbie’s signature “B”, Barbie’s first sunglasses, Barbie’s profile, and Barbie’s tiny doll. You can add these charms to a string to make a necklace, to a bracelet, to your mobile phone to recognize it, to yr USB pen (this is exactly what I did), to yr Blythe doll as a pull-string ring (Pamela’s great suggestion) or [INSERT YR FAV]

Please view the complete series here and also here!
And drop me an email if interested. Thanks!
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Qsto è il fulminante titolo che mi è venuto in mente non appena ho visto qsto meraviglioso scatto di Pamela aka Pamdelo, amica (e) collezionista, cui avevo chiesto un servizio fotografico per promuovere gli ultimi ciondoli rimasti della “P collection”. P sta per Pietro, un amico che è mancato nel 2006. Era un orafo e un doll collector e personalmente ha realizzato qsti pezzi in argento 750 per rendere omaggio ai minuscoli accessori delle Barbie vintage.

È stato un divertissement, per lui. Così ha fatto il sandalino aperto (open toe) di Barbie, la “B” del logo originale, i primi occhiali da sole di Barbie, il profilo di Barbie, e la bambolina Barbie di Barbie. Tutti d’argento. Come usare qsti charms? Si possono appendere al loro cordino per farne una collana, ad un braccialetto, al cellulare per riconoscerlo, alla chiavetta USB (che è esattamente qllo che ho fatto io), al posto dell’anello sulla cordicella che muove gli occhi di Blythe, per chi ce l’ha (qsto è il suggerimento di Pamela), or [INSERIRE IDEA]

Prego, guardatevi la serie completa qui e anche qui!
E mandatemi una mail se interessati. Grazie!
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